Sirmione

Per secoli avamposto militare, dapprima sotto la giurisdizione della corte del Monastero di San Colombano del Priorato di Bardolino e della prioria di Solarolo (Manerba del Garda), dipendente dall’Abbazia di San Colombano di Bobbio, e poi in seguito per frazionamento della gardesana occidentale e distribuzione monastica territoriale, del monastero di Santa Giulia di Brescia e successivamente dei domini veronesi e della Serenissima, fu definitivamente assegnato al bresciano in epoca napoleonica.

La principale industria della cittadina è il turismo, sia per la presenza di vestigia romane e medievali sia per le acque termali.

Nel corso del 1797, Sirmione fu dapprima occupata dalle forze francesi e, in seguito alla caduta della Repubblica di Venezia, il 16 maggio, fu sottoposta al controllo formale della Municipalità provvisoria veneta.

Il trattato di Campoformio stabilì che tutta la sponda meridionale del Garda passasse alla Repubblica cisalpina.

Il 3 novembre fu istituito il dipartimento del Benaco comprendente anche Sirmione.

Solo il 1º marzo dell’anno seguente fu creato il distretto, suddivisione amministrativa intermedia fra comuni e dipartimento della penisola di Catullo all’interno del quale fu inclusa anche la municipalità sirmionese.

Dopo la soppressione del dipartimento benacense, 1º settembre 1798, seguirono diverse riorganizzazioni amministrative che coinvolsero il comune di Sirmione: il 26 settembre fu associato al distretto VI di Villafranca del dipartimento del Mincio mentre il 12 ottobre fu assegnato al distretto delle Vigne del dipartimento del Mella.

Dopo la parentesi dell’occupazione austro-russa del 1799 fece seguito la riorganizzazione amministrativa della seconda repubblica cisalpina nella quale Sirmione entrò a far parte del distretto IV di Salò del maggio del 1801.

L’anno seguente la repubblica cisalpina cambiò denominazione in Repubblica Italiana.

Nel giugno 1805, con l’istituzione del napoleonico Regno d’Italia, si procedette ad un nuovo riassetto amministrativo.

Sirmione fu considerato di terza classe ed assegnato al cantone VII di Lonato a sua volta facente parte del distretto I di Brescia del dipartimento del Mella.

Nel 1816, a seguito del Congresso di Vienna e l’istituzione del Regno Lombardo-Veneto sotto l’amministrazione degli Asburgo d’Austria, Sirmione fu assegnato al distretto V di Lonato della provincia di Brescia.

Nel 1853, con una revisione dell’assetto amministrativo, la cittadina entrò a far parte del distretto VIII, sempre con capoluogo Lonato.

Il 25 giugno 1859, durante la seconda guerra di indipendenza italiana, Sirmione fu occupata dalle truppe franco-piemontesi, vittoriose sull’esercito austriaco dopo la battaglia di Solferino e San Martino.

Nello stesso tempo, parte dei feriti fu accolta presso la cascina Todeschini, a Colombare.

L’esito della seconda guerra di indipendenza conseguì il passaggio del comune sirmionese, come buona parte del territorio della Lombardia e della riva destra del Mincio, al Regno di Sardegna.

Con il Decreto Rattazzi fu assegnato al mandamento X di Lonato appartenente al circondario I di Brescia della nuova provincia di Brescia.

Fino al 1866, in cui a seguito della terza guerra di indipendenza italiana il Veneto fu annesso all’Italia, il confine con il territorio sotto il dominio asburgico correva da Rovizza fino a Lugana, nei pressi del quale si trovava la dogana.

Sul finire del XIX secolo si svolsero i lavori di intubazione delle acque termali.

La sorgente termale era nota già nel Cinquecento ma la profondità dalla quale sgorgava, 19 metri sotto il livello del lago, ne aveva impedito un qualsiasi uso fino a quel momento.

Grazie alla tubazione fu possibile attivare il primo stabilimento termale e procedere alle prime analisi sulle qualità dell’acqua.

Con regio decreto del 20 gennaio 1930, n. 53, il comune assunse la denominazione di Sirmione, dato che in precedenza era noto come Sermione.

Il castello scaligero che sorge nel centro dell’abitato, è una rocca a guardia dell’unico punto d’accesso meridionale al centro storico.

Fu costruita dagli Scaligeri, da cui prese il nome, durante il XIII e il XIV secolo e in due fasi: la prima sotto Mastino I e l’ultima sotto Cangrande I.

Circondato dalle acque del lago di Garda, è difeso da tre torri e dal maschio, alto quarantasette metri. Ad oriente del castello è presente la darsena fortificata per il rifugio della flotta.

Le merlature della rocca sono a coda di rondine, mentre quelle della darsena sono a punta di lancia.