Eremo di Santa Caterina del Sasso

Giorni strani, questi.
Data l’emergenza sanitaria, che in Lombardia ha colpito molto più duramente che in altre regioni, quest’anno abbiamo dovuto, tutti quanti, cambiare usi, costumi e abitudini, così per la prima uscita stagionale, abbiamo dovuto attendere il 1 giugno 2020, e solo per restare in Lombardia, dato che ancora per qualche giorno, non ci si può spostare in altre regioni

La scelta, questa volta , è caduta sull’Eremo di Santa Caterina del Sasso, nome curioso ma, una volta sul posto, facilmente intuibile.

L’Eremo di Santa Caterina del Sasso, o del Sasso Ballaro, rappresenta senza alcun dubbio uno degli scenari più suggestivi ed affascinanti del Lago Maggiore.

Al di là della superba bellezza del luogo, è la storia stessa dell’Eremo ad attirare ogni anno moltissimi visitatori e pellegrini.

Fino al 2010, era raggiungibile a piedi, scendendo una scalinata che, tramite un percorso leggermente ripido, superava senza difficoltà i 51 metri di dislivello; dal 2010 è in funzione un’ascensore che per tutta l’emergenza sanitaria, sarà gratuito, sicuramente fino al 30/6/2020, poi il costo si aggira sui € 0,50

La tradizione vuole che l’Eremo sia stato fondato da Alberto Besozzi, un ricco mercante locale che, scampato ad un nubifragio durante la traversata del lago, decise di ritirarsi su quel tratto di costa e condurvi vita da eremita.

Lì il Beato Alberto fece edificare una cappella dedicata a Santa Caterina d’Egitto, attualmente visibile sul fondo della chiesa.

La cappella, che risale al XII° secolo, fu presto affiancata da altre due chiese, quella di San Nicola e Santa Maria Nova, la cui esistenza è certa a partire dal XIV° secolo.

Il complesso venne inizialmente retto per un breve periodo dai Domenicani, ai quali succedettero dal 1314 al 1645 i frati dell’Ordine di Sant’Ambrogio ad Nemus.

A partire dal 1670 vi si sarebbero insediati i Carmelitani di Mantova, che avrebbero mantenuto il monastero per un secolo, fino alla soppressione (avvenuta nel 1770).

Dal 1914 è considerato monumento nazionale.

Il complesso passò di proprietà dal Beneficio parrocchiale di Leggiuno all’Amministrazione provinciale di Varese il 4 giugno 1970.

Da quella data iniziarono consistenti restauri ed opere di consolidamento e stabilizzazione che salvarono il santuario e lo riportarono a riaprire negli anni ottanta.

Dal 1986 al 1996 ospitò una comunità di Domenicani, mentre attualmente è retto da alcuni Oblati benedettini.

Da sottolineare è il miracolo di inizio Settecento, quando cinque enormi massi “ballerini” precipitarono sulla chiesa, ma restarono impigliati nella volta di una cappella, senza causare gravi danni, rimanendo sospesi per quasi due secoli, fino al 1910.

Questi sassi “traballanti” sembrano dare il nome all’eremo che, per esteso, è Santa Caterina del Sasso Ballaro, anche se è più probabile che l’etimologia del nome sia legata al vicino centro abitato di Ballarate.

La chiesa attuale si sviluppa su cinque precedenti ambienti, in origine separati: quattro corrispondono oggi ad altrettante cappelle, mentre il quinto non è altro che il sacello dove sono poste le spoglie del beato Alberto Besozzi all’interno di una teca di vetro.

Il corpo visibile all’interno della teca è in realtà una statua in legno raffigurante lo scheletro del beato, i reali resti sono conservati in un’urna celata all’interno del cuscino.

Fra le numerose opere di pregio presenti si citano una Crocifissione con cinque santi, una Crocifissione con due santi, un frammento di un affresco con la Crocifissione, la testa di san Giovanni Evangelista ed alcuni soldati romani; sull’altare maggiore si segnalano una pala con lo Sposalizio mistico di santa Caterina d’Alessandria, un Cristo in Pietà, ed una Santa Caterina sepolta dagli angeli; le volte presentano invece un affresco ritraente un Cristo benedicente in mandorla, circondato dai simboli dei quattro evangelisti (1438).

Si citano infine le pregevoli vetrate istoriate, un organo napoletano opera di Domenico Antonio Rossi (1783) ed una statua policroma della Vergine col Bambino, risalente al XVII secolo.

La facciata della chiesa si presenta oggi con un porticato rinascimentale con quattro archi a tutto sesto, in cui sono conservati i resti di un ciclo di affreschi attribuito ad uno dei figli di Bernardino Luini; sulla sinistra invece, a strapiombo sul lago, si erge il campanile risalente al XIV secolo.

Di particolare interesse anche il sacello, che costituisce il nucleo più antico del complesso, risalendo al 1195.

Si presenta su un livello inferiore rispetto alle restanti parti della chiesa, riprendendo le dimensioni del sepolcro di Santa Caterina sul Monte Sinai.

Al di sopra della finestra, sulla parete esterna, sono affrescate alcune immagini della traslazione del corpo della santa – da parte degli angeli – al Monte Sinai; altri affreschi (risalenti al XVI secolo) raffigurano le sue nozze, poste fra Sant’Ambrogio, San Gregorio Magno e Sant’Agostino.

All’interno della volta è affrescata una raggiera con lo Spirito Santo sotto forma di colomba, circondato da angeli: qui sono conservate dal 1535 le reliquie del beato Alberto Besozzi, il quale è infine raffigurato in preghiera in un affresco del 1892, realizzato nel sottarco.

4 Risposte a “Eremo di Santa Caterina del Sasso”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.