Puegnago del Garda

Per il primo w.e. prevacanziero, perchè probabilmente non faremo vacanze quest’anno, decidiamo di visitare questa zona del bresciano che abbraccia una fetta della costa gardesana

Il nome Puegnago deriva dall’epoca romana, dal romano “Popinius” divenuto “Popiniacus” in seguito a una forma di romanizzazione.

A testimonianza delle origini preistoriche di Puegnago del Garda, sono stati ritrovati, durante scavi recenti nelle vicinanze, alcuni resti di villaggi di palafitte, mentre in zona collinare, ci sono lapidi del periodo romanico, come quella che oggi è murata nella porta della Chiesa di San Michele.

Puegnago subì la dominazione longobarda, nel 1300 quella di Mastino della Scala e nel 1400 quella veneziana.

Nel 1630 arrivò la peste che segnò l’inizio del declino e un periodo di grave crisi e sofferenza dovuto anche alle scorribande disastrose di quel secolo, da parte di banditi come il famoso Dominisette; non ultima, Puegnago fu poi depredata durante la guerra di successione spagnola, sia dalle truppe armate francesi che di quelle spagnole, che diedero il colpo di grazia alla già provata economia locale, malgrado la solidarietà ricevuta dai paesi vicini.

Puegnago, è dotata di una cinta muraria molto alta, facenti parte del castello del quale, attualmente, rimangono solo i ruderi.

Il fortilizio di Puegnago risale al X secolo e fu eretto per fronteggiare le incursioni di altri popoli provenienti dal nord.

Lungo le mura sono comunque distinguibili delle torri: una si erge verso oriente e l’altra guarda l’abitato a difesa dell’ingresso sulla parte occidentale e da cui si gode un’ottima vista.

Su quest’ultima venne successivamente costruita la torre campanaria che vide la posa delle campane durante la prima metà del XIX secolo.

Segnalo, fra le chiese di Puegnago, la piccola parrocchia di San Michele che risale al 1600.

La facciata è semplice, a tempio, con frontone dai profili lievemente aggettanti e una finestra nella parte superiore.

Il portale è inquadrato da delle lesene in pietra bianca, mentre sulla sommità presenta una trabeazione sorreggente il piccolo frontone; sulla parete esterna, conserva ancora le indicazioni stradali con le distanze espresse nelle unità di misura pre unità d’Italia.

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