Dervio

Come pesso accade, una delle nostre uscite “preparatorie” per una buona dose di sole per non scottarci in vacanza, la facciamo sul lago e, spesso, ci fermiamo sulle sponde dell’insenatura naturale che funge da porto a Dervio, perchè vi è il giusto mix di ombra e sole, fresco e caldo asfissiante che permette di non cuocere del tutto al caldo sole estivo

Dervio deve la sua particolare forma a conoide al Varrone, torrente che taglia in due il paese stesso e che nasce dall’omonima Valvarrone.
Durante il suo incessante corso ha eroso e trasportato sedimenti rocciosi, i quali si sono pian piano adagiati sul fondo del lago, fino ad emergere e formare la penisola derviese.
Il toponimo Dervio si pensa derivi dalla radice celtica Derw o Dervo che significa quercia forse per la presenza di querce sacre; l’ipotesi ottocentesca di un’origine greca da Delfo, attraverso il latino, pur basata su un passo di Strabone, è oggi ritenuta inattendibile per l’assenza di testimonianze dell’uso di Delphum prima del XVII sec.
Da Dervio, in epoca romana, passava la via Spluga, strada romana che metteva in comunicazione Milano con Lindau passando dal passo dello Spluga.
Nel 1480 il Contado della Riviera con Dervio assieme a Mandello del Lario, Bellano, Varenna, Corenno e Monte Introzzo, viene dato in feudo a Pietro II Dal Verme, conte di Bobbio, Voghera, Castel San Giovanni e tutta la val Tidone, Pieve di Incino e Valsassina, che muore avvelenato dalla moglie nel 1485, e il feudo assieme agli altri della Riviera viene assegnato, non senza contrasti dei cittadini interessati, a Chiara Sforza, figlia di Galeazzo Maria Sforza, vedova Dal Verme.
Nonostante le frequenti espropriazioni la Sforza seppe mantenere il controllo della situazione fino alla morte (1530), mentre i suoi eredi Fregoso preferirono cedere Dervio e gli altri feudi della Riviera agli Sfondrati nel 1533.
Dal 1533 quindi al 1788 Dervio fu parte importante del feudo Sfondrati della Riviera.


(fonte: Wikipedia)

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