Il Kuerc

Piazza del Kuerc è la piazza più importante di tutto il Contado che fino al 1797 vedeva accentrati in uno spazio ridotto il potere ecclesiastico e quello amministrativo.

Grazie ad un Consiglio ordinario riunitosi il 27 novembre 1553, che commissionò la stesura di un inventario di beni comunali al notaio Nicolò del fu Colombano Floreni, si ha la possibilità di stabilire la funzionalità originaria di diversi edifici tuttora esistenti.

Disposti gli uni accanto agli altri, su un terreno leggermente rialzato verso le pendici della Reit, erano posizionati il Palatium, residenza del Podestà, entro il quale stava la grande sala detta stuffa magna utilizzata da Consiglieri e Reggenti per discutere le cause civili e quelle criminali, al fine di: sciogliere ogni perplessità sull’innocenza di eventuali inquisiti, incarcerare i gravi malfattori dentro la marza e gli inobedienti in una cella al piano superiore, più areata e provvista d’inferriate e latrina.

Anche la scuola trovava spazio all’interno di questo stabile e, oltre alla sala di grammatica per i fanciulli, esistevano, una sull’altra, le camere del maestro e quella degli studenti con i propri servizi igienici e orti.

Il Kuerc (dal dialetto bormino coperchio), assieme alla Torre della Bajona che lo sovrasta, è il simbolo stesso di Bormio.
Risale al XIV secolo, nel pieno periodo dell’autonomia bormina, ed era il luogo dove un tempo avvenivano le adunanze e si amministrava la giustizia.

Sulle sue colonne venivano infatti affissi i decreti e le sentenze.

Alla sua sinistra è ancora possibile vedere il basamento a forma poligonale della berlina un tempo presente e a cui venivano incatenati i condannati.

Da un punto di vista architettonico si presenta come una tettoia ad anfiteatro di pianta trapezoidale al cui interno vi sono delle panche a giro.
Sono cinque i pilastri che sostengono il tetto mentre la parete di fondo si presenta a forma semicircolare.

Caratteristici gli antichi doccioni a forma di drago che sporgono dalla gronda.
Fu completamente distrutto nel 1855 da un incendio che fece perdere l’originaria capriata con travi a tortiglione fatte in cembro.

Sul retro potrete ammirare una scritta a testimonianza dell’antico passato di Contea: Libertate quam maiores peperere studeat servare posteritas (i posteri si impegnino a conservare la libertà che gli antichi conquistarono).

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