La Rocca Sforzesca di Soncino

la rocca sforzesca di Soncino, vero simbolo della città.

La sua costruzione avvenne nel 1473 su volere di Gian Galeazzo Maria Sforza e ancora oggi rappresenta l’esempio di architettura militare meglio conservata di tutta la Lombardia.

Dal 1536 la rocca venne parzialmente modificata per essere utilizzata come residenza della famiglia marchionale e in quell’occasione gli spalti furono chiusi per ricavarne ulteriori stanze.

Venne inoltre scavato un cunicolo che collegava la rocca alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, ma che già ad inizio del seicento risultava essere inagibile.

Il suo aspetto attuale è però legato a un grosso restauro operato nella seconda metà dell’ottocento, su volere del comune.

La visita all’interno della rocca sforzesca di Soncino è possibile attraverso l’acquisto di un biglietto, al costo di 5 euro, nel baldacchino davanti al suo ingresso posto in direzione del centro storico.

Appena entrati ci troviamo davanti al Rivellino, costituito da un piccolo cortile che rappresentava uno sbarramento fortificato con due uscite, una verso il borgo e una verso le campagne circostanti.

Attraverso delle scale è possibile salire fino agli spalti, ma si pensa che queste non fossero presenti nella costruzione originale e che i soldati venivano portati sugli spalti attraverso delle strutture mobili, per garantire maggiore sicurezza.

Gli spalti rappresentano quindi i collegamenti tra le quattro torri della rocca, utilizzati come camminamenti di ronda.

Lungo gli spalti si trovano i merli a coda di rondine (o ghibellini) che definiscono il perimetro della rocca.

Questi erano dotati di feritoie o di piccole finestre, attraverso le quali i balestrieri potevano scoccare le loro frecce all’esterno.

I merli erano poi protetti esternamente attraverso delle ventieri, ovvero degli sportelli di legno su cui frecce e dardi andavano a schiantarsi.

Dal rivellino è poi possibile accedere alla rocca attraverso due ponti levatoi e arrivare così al cortile principale, di base quadrata, dotato di quattro torri sugli angoli:
– la torre del capitano, utilizzata come abitazione del comandate delle truppe e dotata di cucina con particolari volte unghiate e camera da letto. In totale si contano sei piani, di cui tre sotterranei alla rocca in cui erano stati ricavati gli spazi impiegati come cantina e come prigione. All’interno della prigione venivano rinchiusi solo personaggi importanti, mentre i soldati e altri meno importanti venivano portati nelle prigioni presenti all’interno del palazzo comunale, dove ancora oggi si trovano due stanze di legno con incisioni lasciate dai prigionieri. Questa torre era pensata per poter essere isolata dal resto della struttura in caso di necessità, attraverso i ponti levatoi che la collegano al resto degli spalti;

– la torre cilindrica, dove si trova il Befredo, ovvero la torre d’avvistamento per le sentinelle. Questa torre era preesistente alla costruzione della rocca. All’interno della struttura venne infatti inglobata una precedente torre appartenente alla cinta muraria, ampliandola in altezza. Questa è anche la torre più esterna di tutta a rocca sforzesca. Nel piano degli spalti venne ricavata una stanza dotata di due grosse feritoie, attraverso le quali due grandi cannoni da difera potevano sparare. Esternamente si trova la statuetta di una Madonna con Bambino con inciso un simbolo egizio. La statua venne posizionata qui in segno di protezione verso la torre e tutta la rocca;
– le torri gemelle, che completano il profilo della rocca sforzesca. Su quella sud est era inserita anche la cappella interna al castello, dove ci si poteva riunire in preghiera. A testimonianza di ciò sono ancora visibili affreschi risalenti alla fine del XV secolo. Uno di questi rappresenta una Madonna con Bambino, mentre altri rappresentano alcuni stemmi nobiliari, come quello degli Sforza con un’aquila imperiale o il serpente con il leone di San Marco a ricordo della dominazione veneziana.

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