Rocca di Manerba

La Rocca di Manerba del Garda (o fortezza di Manerba del Garda ) è un promontorio roccioso alto 163m sul livello del lago, che si estende lungo la costa sud-occidentale del Lago di Garda, in Lombardia, Italia.

la spettacolare vista, fa percepire l’importanza strategica della rocca

Il sito, che prende il nome dal suo periodo di fortificazione medievale, è archeologicamente significativo, con occupazione umana testimoniata dal Mesolitico, Neolitico, età del bronzo, età del ferro, epoca romana e medievale.

Le caratteristiche archeologiche includono le rovine di questa fortificazione medievale sulla sommità e, sul lato sud-occidentale della penisola, i resti di un anticovilla romana.

Si compone di due vette principali: la Rocca Vecchia e il colle con l’Eremo di San Giorgio.

Numerosi reperti archeologici hanno evidenziato la presenza di successive occupazioni umane per un periodo considerevole.

È stato governato e influenzato da diversi gruppi culturali ed etnici, tra cui i Cenomani, l’antica Roma e i Longobardi.

Gli archeologi hanno scoperto mura difensive che circondano il punto più alto della fortezza costruita tra il VII e l’VIII secolo dC.

I rilievi pedonali hanno accompagnato gli scavi lungo i pendii e ai piedi dell’affioramento.

L’integrazione di questi con lo studio delle fotografie aeree dell’area ha portato all’identificazione della villa romana a schiera.

I muri di contenimento di questa villa sono ancora in parte osservabili nel sottobosco, alla base del versante nord-occidentale della Rocca di Manerba del Garda.

Nel 776 la Rocca di Manerba del Garda fu l’ultimo baluardo di resistenza dei Longobardi ai Franchi del re Carlo Magno , che un secolo dopo donarono il territorio circostante e il lago ai monaci di San Zeno di Verona.

Nel tempo, come per molte altre fortezze, la proprietà fu conquistata dagli Scaligeri di Verona.

Passò poi alla famiglia Visconti e durante il Rinascimento fu proprietà della Repubblica di Venezia.

Le strutture difensive andarono progressivamente in rovina e la portarono all’abbandono.

Successivamente fu occupata dai briganti, per le sue spiccate caratteristiche difensive.

Successivamente, nel 1574, l’ultima struttura medievale fu distrutta dalla Repubblica di Venezia , in quanto divenuta rifugio di briganti.

Oggi ne rimangono ancora alcuni resti.

La fortificazione prende il nome dalla fortificazione medievale, di cui esistono tre circuiti murati.

La più interna (edificata tra l’VIII e il XV secolo dC), circonda la torre centrale e contiene una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana.

Era possibile accedere alla sommità attraverso un cancello, e una rampa in legno, che poteva essere facilmente distrutta in caso di attacco nemico.

Le mura difensive esterne furono costruite per la prima volta dall’VIII al X secolo dC.

Furono ricostruiti tra il XII e il XIII secolo d.C.

Attorno ad essi sono stati costruiti due edifici paralleli.

Uno di essi sembra rivestire una particolare importanza, viste le tracce di decorazione pittorica rinvenute sulle pareti.

Gli edifici e le mura difensive sono stati distrutti durante un violento attacco.Le mura difensive sono state ricostruite utilizzando la struttura più antica come base per la costruzione.

C’è una possibile quarta parete, che deve ancora essere correttamente identificata.

Oggi rimane solo una breve traccia che corre a nord-ovest, sotto il sentiero che conduce alla fortezza.

L’area era ed è tuttora riconosciuta come luogo sacro e luogo di attività rituali, fin dall’età del rame (III millennio aC).

L’età del rame fu la fase intermedia tra il neolitico e l’età del bronzo.

Lo dimostra il margine settentrionale del ripiano naturale di Riparo Valtenesi, dove è presente un’area di camini in terracotta, argilla bruciata e cotta, e buche di palo isolate, che vengono interpretate come luogo di statue e stele lignee.

Alla sommità della fortezza non si hanno testimonianze di celebrazioni rituali anteriori al Bronzo Finale (XI-X sec. aC), a cui si possono attribuire ritrovamenti in bronzo.

Questo sito di olocausto provvisorio fu poi distrutto dalla costruzione della cisterna tardo romana.

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